al forte di nago - ristorante di walter piloGiovedì, dopo lunga chiusura, si torna "Al Fortino" che compie 150 anni.

Pilo riapre l'ex "Terrazze", un omaggio alla storia.

NAGO - Riapre finalmente, dopo un lungo periodo di chiusura e diverse aste comunali non andate a buon fine, l'ex "Terrazze della Luna", uno dei luoghi di ritrovo più in voga negli anni Duemila e rimasto chiuso da alcune stagioni anche per la difficoltà incontrata dalla proprietà - il comune di Nago-Torbole - di fronte ad un concreto progetto di rilancio di un luogo di importanza storica non solo per Nago ma per tutto l'Alto Garda.

Si chiamerà "Al Fortino", apre giovedì, e sarà gestito da Walter Pilo che ha pensato di valorizzare la storia e la struttura di questa nuova scommessa imprenditoriale. La struttura architettonica militare del Forte basso, come viene chiamato in paese, compie 150 anni (risale al 1863, dunque ben prima della Grande Guerra). La nuova gestione, proprio per valorizzare la fortificazione austrungarica, andrà oltre la gastronomia: vuole infatti diventare momento di cultura e riflessione, che accoglierà i visitatori fin dall'ingresso.

«Ho fatto preparare - spiega Pilo - due gigantografie. Riprodurranno, a grandezza naturale, i miei due nonni, quello pater no con la divisa della Brigata Sassari, quello materno coi colori dei kaiserjäger. Que sta è la storia della mia famiglia, ma anche quella di tante altre famiglie di questa terra. E la storia di quel particola momento in cui l'Europa dei governi centrali cedeva la mano a una nuova Europa che, a dirla tutta, di fatto non si è ancora compiuta davvero».

Il Fortino aderisce al progetto «Ta Pum»: evocativo del suono del colpo di fucile e anche titolo di una nota canzone, si tratta di un «Cammino della memoria» nei luoghi, dallo Stelvio al Mare, che furono lo scenario della Grande Guerra. Oltre 1.500 chilometri, suddiviso in oltre 60 tappe, segue la linea dei cinque fronti di guerra Stelvio - Adamello - Giudicarie, linea degli Altipiani, Cadore, Carnia, Fronte Giulia e include luoghi la cui storia è legata ad alcuni dei momenti più significativi del conflitto, da Asiago a Bassano, da Vittorio Veneto a Redipuglia. Quattro le regioni attraversate: Lombardia, Trentino — Alto Adige, Veneto e Friuli Venezia Giulia.

Una piccola digressione storica per spiegare, come afferma Pilo: «Vogliamo offrire qualcosa di particolare: il locale sarà arricchito con pannelli e cimeli di quel periodo. In tavola serviremo piatti tipici del territorio e avremo tante opzioni alla carta, ma non mancheranno mai due menù fissi: quello dell'Alpino e quello del
kaiserjäger, ovviamente con varianti stagionali. Stesso discorso vale per le proposte enologiche».

Un progetto non solo imprenditoriale. dunque. «Il sistema delle fortificazioni trentine è candidato a diventare patrimonio dell'Unesco. Questa è un'opportunità da sfruttare. Già dall'imminente apertura, giovedì, grazie alla collaborazione del Museo dell'Alto Garda, ospiteremo una mostra fotografica che illustra come funzionava quel sistema difensivo» conclude Pilo, titolare anche di due locali a Riva e Torbole, ora chiamato a dare nuova vita a quello che per anni è stato uno dei ristoranti più «in» di tutto il Trentino.

Luca Nave - l'Adige